Una bella iniziativa ieri a Capaccio, in compagnia del Sindaco di Capaccio Paestum Italo Voza e del Sindaco di Agropoli Franco Alfieri. Ci siamo confrontati sul referendum e sulle ragioni che ci inducono a Votare SI, in compagnia di tanti cittadini, amministratori e imprenditori.
La riforma sulla quale andremo a votare il prossimo 4 dicembre contiene provvedimenti utili e necessari per i cittadini, per le imprese, per i territori. Partiamo innanzitutto dal superamento del bicameralismo perfetto. Ne faccio un discorso innanzitutto di competitività: noi non possiamo reggere la competizione internazionale se andiamo ad una velocità dimezzata rispetto agli altri; mentre noi dibattiamo delle leggi, gli altri hanno creato sviluppo. Gli investitori ci chiedono tempi certi e soprattutto umani, tempi che in queste condizioni non siamo in grado di assicurare a nessuno. Che sviluppo competitivo vogliamo avere se abbiamo lo stesso assetto normativo di venti anni fa? Da questo punto di vista credo sia una riforma necessaria e che non ci sia alcuna ragione di merito reale che si possa sollevare.
Quanto ai costi della politica, al di là delle cifre che si rincorrono, è evidente che il voto anticasta è quello per il sì. L’unica certezza è che abbiamo trovato 315 senatori “kamikaze” che hanno votato per l’abolizione di se stessi, per la rinuncia alla propria poltrona. Pensiamo ai consiglieri regionali, il cui stipendio con questa riforma verrà abbattuto. E anche questo non lo si è capito, perché con il rumore di questa accozzaglia che va da Casapound ai centri sociali si perde il senso delle cose. E a chi dice di difendere la Costituzione dobbiamo ricordare che la parte principale, quella che riguarda i valori fondanti, non viene toccata. Ma è giusto anche ricordare che una Costituzione è figlia del suo tempo e anche l’impianto più performante ha bisogno di manutenzione straordinaria.
Noi dobbiamo vedere questo referendum come un grande investimento sul nostro futuro, un investimento a costo zero, anzi a saldo positivo con i risparmi sui costi della politica e della pubblica amministrazione. Con questa riforma diciamo che tutti i cittadini italiani hanno diritto alle stesse prestazioni, agli stessi servizi, agli stessi standard di efficienza della pubblica amministrazione. E in più la vittoria del sì significherebbe rafforzare il nostro paese – e non Renzi, è giusto sottolinearlo – in Europa, in un periodo in cui i diversi governi stentano; significherebbe contrastare tutto quello che i 5 Stelle e il centrodestra contestano all’Europa. La battaglia in Europa possiamo farla se avremo un governo forte, se saremo credibili, se avremo portato a casa le nostre riforme.
Certo, alcuni punti potevano essere scritti meglio; ma qui ci stiamo giocando il futuro, non possiamo impiccarci alla virgola. Portiamo a casa un risultato storico che non potrà più essere raggiunto se non fra tanti anni. Finiamola con il “benaltrismo”, con quell’idea per cui in Italia non va bene mai niente, per cui ci vuole sempre “ben altro”. La domanda da fare a chi vota no e agli indecisi è questa: il nostro assetto attuale ci consegna il paese che vogliamo? Secondo me no, secondo me noi meritiamo di più e di meglio. Abbiamo l’occasione di rendere il nostro paese più dinamico, più competitivo. Ai nostri giovani spieghiamo che questa è una riforma soprattutto per loro, una riforma con la quale potranno guardare al futuro con un po’ più di speranza e ottimismo.
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